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Investors

Il Gruppo Ulisse Biomed è un gruppo biotech integrato con tecnologie proprietarie, che sviluppa soluzioni diagnostiche, con un focus su salute pubblica, diagnostica distribuita e innovazione molecolare.

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Il Gruppo Ulisse Biomed è un gruppo biotech intyegrato con tecnologie proprietarie, che sviluppa soluzioni diagnostiche, con un focus su salute pubblica, diagnostica distribuita e innovazione molecolare.


27 ottobre 2025



Tempo di lettura [minuti]: 16


Diagnostica Distribuita

PCR distribuita: riduzione TCO nei laboratori

Il modello di diagnostica molecolare decentralizzata come leva per abbattere il Total Cost of Ownership nei laboratori clinici, trasformando costi fissi in servizi flessibili e ottimizzando risorse, tempi e investimenti.


Abstract

Ridurre il Total Cost of Ownership (TCO) in diagnostica molecolare significa intervenire su tutte le componenti di costo — non solo sul prezzo degli strumenti, ma anche su logistica dei campioni, tempi di refertazione, personale, manutenzione, consumabili e infrastrutture. Il modello PCR distribuita sposta il baricentro dell’analisi vicino al punto di cura, abbattendo i costi “invisibili” della distanza (trasporti, attese, duplicazioni di processo) e convertendo tempi clinici più rapidi in risparmi operativi misurabili. Questo approccio, che consente risultati affidabili in tempi molto brevi, migliora l’uso delle risorse e riduce ricoveri o isolamenti non necessari, con effetti diretti su costi e qualità dell’assistenza.

In questo scenario, Ulisse Biomed propone Hyris System™ — piattaforma per PCR portatile composta dai dispositivi bCUBE™ e dalla bAPP™ cloud — come leva concreta per portare “accuratezza di laboratorio” sul territorio. La semplicità d’uso e l’integrazione digitale abilitano personale non specialistico a eseguire test molecolari avanzati, riducendo colli di bottiglia organizzativi e mantenendo in loco il valore del test.

Sul piano finanziario, la diagnostica as‑a‑Service consente di passare da CapEx elevati a OpEx prevedibili (pay‑per‑test o abbonamento), allineando costi e volumi reali. Il laboratorio evita immobilizzi di capitale e beneficia di aggiornamenti continui, mentre il fornitore consolida ricavi ricorrenti: un allineamento di incentivi che accelera l’adozione del modello. Il risultato è un TCO più basso, una maggiore resilienza operativa e la possibilità di ampliare il menù esami senza infrastrutture mastodontiche: una scelta tecnologica e gestionale che coniuga innovazione, efficienza e sostenibilità economica lungo l’intero ciclo di vita della diagnostica.

Snapshot

  • PCR distribuita (diagnostica decentralizzata)
    Modello in cui i test PCR vengono eseguiti vicino al punto di utilizzo (ambulatori, piccoli lab, reparti) anziché inviati a un laboratorio centralizzato. Ciò elimina tempi e costi di trasporto dei campioni, permettendo risultati rapidi e gestione locale.

  • TCO (Total Cost of Ownership)
    Il costo totale di proprietà di una tecnologia, comprensivo non solo del prezzo d’acquisto, ma anche di spese operative: manutenzione, consumabili, personale, infrastrutture e gestione lungo l’intero ciclo di vita. È l’indicatore chiave per valutare la convenienza economica di soluzioni diagnostiche.

  • Point-of-Care (POC)
    Test diagnostico rapido eseguito direttamente nel luogo di cura o sul territorio, vicino al paziente. Riduce drasticamente il Turnaround Time (es. minuti o ore invece di giorni) e può essere effettuato da personale non specializzato grazie alla sua semplicità d’uso.

  • Diagnostics-as-a-Service (DaaS)
    Modello di business in cui la diagnostica viene offerta come servizio integrato (strumentazione in noleggio o comodato d’uso, reagenti dedicati, piattaforma cloud e supporto) anziché tramite la vendita di apparecchiature. Consente ai laboratori di accedere a tecnologie avanzate con costi operativi ricorrenti (pay-per-test o abbonamento) invece di un grande investimento iniziale.

  • Hyris System™
    Piattaforma proprietaria di Ulisse Biomed per la PCR distribuita, composta dai dispositivi portatili bCUBE per real-time PCR e dalla bAPP cloud per gestione dati e analisi. Progettata per portare test molecolari ad alta accuratezza fuori dai grandi laboratori, con consumabili dedicati e connettività integrata.

1. Il costo totale di proprietà nella diagnostica molecolare

Garantire test molecolari accurati al minor costo totale è una priorità strategica per laboratori e stakeholder finanziari. Il Total Cost of Ownership (TCO) di una soluzione diagnostica molecolare include non solo l’acquisto degli strumenti, ma anche tutti i costi operativi: installazione, calibrazione, manutenzione, consumabili, personale specializzato, spazio di laboratorio dedicato, fino ai costi “invisibili” legati ai tempi di attesa e alla logistica dei campioni. Nei modelli tradizionali centralizzati, questi costi possono lievitare in modo esponenziale. Basti pensare che i sistemi PCR centralizzati richiedono apparecchiature costose e personale altamente qualificato, spesso concentrate in pochi centri nazionali. Di conseguenza i campioni devono essere spediti fisicamente a tali laboratori, con necessità di trasporto (anche a temperatura controllata) e gestione burocratica, introducendo ritardi significativi.

In contesti come l’Africa sub-sahariana, ad esempio, la PCR centralizzata ha comportato tempi di refertazione medi di 2–3 mesi [1, 2]. Anche in Paesi avanzati, il modello accentrato crea inefficienze: catene di fornitura complesse, attività ridondanti e sprechi dovuti a batch di test eseguiti a scadenze fisse indipendentemente dall’urgenza clinica. La diagnostica PCR distribuita mira proprio a rivoluzionare questo paradigma, portando il test dove serve e quando serve.

Ulisse Biomed, con la sua piattaforma Hyris System™ (dispositivi bCUBE connessi al cloud bAPP), incarna questa visione: decentralizzare la PCR per tagliare i costi totali e migliorare l’efficienza operativa dei laboratori. Vediamo in concreto quali vantaggi economici offre questo modello rispetto all’approccio tradizionale.

2. Meno logistica, più efficienza: taglio dei costi operativi

Uno dei driver principali di riduzione del TCO con la PCR distribuita è l’eliminazione dei costi logistici e delle inefficienze di processo. In un workflow centralizzato, infatti, ogni campione viaggia, richiede tracciamento, spesso deve essere conservato in condizioni controllate e gestito da più operatori. Tutto ciò rappresenta un costo significativo per test. Distribuendo invece la capacità diagnostica sul territorio, questi oneri si riducono drasticamente. In altre parole, la PCR distribuita azzera il “costo nascosto” della distanza, perché il test viene effettuato on-site: niente più corrieri espressi per inviare provette a centri remoti, niente fermi amministrativi, niente ritardi dovuti all’accumulo di campioni. L’effetto combinato di velocità e prossimità genera anche efficientamento dei tempi clinici, che si traduce in risparmi economici tangibili. Ad esempio, ottenere un risultato in un’ora invece che in 1–2 giorni può evitare ricoveri precauzionali o isolamenti non necessari. Un’analisi condotta in ambito ospedaliero ha stimato che l’uso di test PCR rapidi bedside per l’influenza in Pronto Soccorso ha fatto risparmiare oltre €113 per paziente solo nel primo giorno di degenza, grazie soprattutto alla riduzione del 91% delle giornate di isolamento inutili resa possibile da diagnosi immediata e ad alta specificità [3].

Analogamente, nei dipartimenti di emergenza è stato calcolato che l’adozione di pannelli rapidi respiratori e pneumologici al punto di cura possa generare un risparmio significativo, evitando esami e terapie empiriche costose grazie a una diagnosi mirata più precoce [4]. Questi esempi quantitativi evidenziano un punto chiave: il tempo è denaro nella sanità, e la diagnostica decentralizzata riduce il Turnaround Time (TAT) trasformando immediatezza del risultato in efficienza economica. Diminuendo i tempi morti (attese di refertazione, quarantene cautelative, degenze prolungate in attesa di diagnosi), i laboratori e gli ospedali tagliano costi operativi e liberano risorse preziose.

Dal punto di vista dei laboratori periferici – piccoli centri diagnostici, cliniche, ambulatori territoriali – poter eseguire in loco test molecolari significa anche evitare costose duplicazioni e passi intermedi. Invece di raccogliere campioni ed esternalizzare l’analisi a terzi (pagando un servizio esterno e subendo i ritardi correlati), il laboratorio decentralizzato mantiene internamente il valore del test, ammortizzando meglio l’investimento nelle proprie apparecchiature e ottimizzando l’uso del personale. Non solo: l’automazione e la semplicità d’uso dei moderni sistemi POC rendono possibile impiegare gli analisti su attività a maggior valore aggiunto, lasciando ai dispositivi automatizzati i compiti routinari. Come sottolinea una revisione su vasta scala, i test point-of-care presentano “vantaggi innegabili, tra cui facilità d’uso, basso costo, portabilità, rapidità di risultato e possibilità di auto‑test”, a fronte di una performance analitica sempre più vicina a quella dei metodi di riferimento [5].

In pratica, le piattaforme decentralizzate consentono anche a strutture con risorse limitate o personale ridotto di offrire test avanzati, senza doversi dotare di laboratori centralizzati completi. Questa democratizzazione tecnologica migliora l’accessibilità e riduce le disparità di costo fra grandi e piccoli centri diagnostici.

3. Dal Capex a modelli finanziari più vantaggiosi

Ridurre il TCO significa anche ripensare come si sostiene la spesa diagnostica, non solo quanto. La PCR distribuita abilita infatti modelli finanziari innovativi, che spostano il peso economico dagli investimenti iniziali ai costi variabili per test.

Tradizionalmente, dotarsi di strumentazione molecolare all’avanguardia richiedeva ingenti esborsi upfront (CapEx) per l’acquisto degli analyzer, a cui si aggiungevano costi fissi annuali di manutenzione e aggiornamento. Questo poteva essere proibitivo per molti laboratori medio‑piccoli, specialmente considerando il rischio di obsolescenza tecnologica. Oggi, grazie a formule “as‑a‑Service”, i fornitori propongono soluzioni in abbonamento o pay‑per‑test, in cui il laboratorio paga un canone commisurato all’effettivo utilizzo, spesso comprensivo di reagenti, assistenza e accesso a piattaforme cloud di analisi. Il vantaggio per i clienti è evidente: accesso immediato a tecnologie di punta senza immobilizzare capitale, spese operative prevedibili e scalabili, upgrade continui senza ulteriori esborsi.

Per l’azienda fornitrice (come Ulisse Biomed nel caso dell’Hyris System™) ciò si traduce in ricavi ricorrenti e maggiore fidelizzazione – ma dal punto di vista del TCO del laboratorio, è una rivoluzione. I costi diventano variabili e direttamente legati al volume di test, eliminando sprechi: se non si effettuano test, non si paga (o si paga poco); se il volume cresce, l’economia di scala è trasferita in parte al cliente. In sostanza, il rischio dell’investimento tecnologico si sposta dal laboratorio al provider del servizio, che può distribuirlo su un’ampia base installata. Non sorprende quindi che il mercato dei sistemi molecolari point‑of‑care sia in forte espansione, con un tasso di crescita annuo composto di circa l’11% e un valore atteso di 3,4 miliardi di dollari entro il 2028 [6]. Questa crescita riflette la domanda di soluzioni più flessibili e costo‑efficaci, in grado di coniugare innovazione tecnologica e sostenibilità economica.

Conclusioni

Per direttori finanziari, responsabili acquisti e investitori nel settore diagnostico, la PCR distribuita rappresenta oggi molto più di un avanzamento tecnologico: è un game changer nel modello di costo. Implementare una rete di test molecolari decentralizzati significa poter erogare risultati più rapidi con minori risorse, convertire costi fissi in costi variabili e ampliare l’offerta diagnostica senza l’onere di infrastrutture mastodontiche. Il Total Cost of Ownership di un programma diagnostico basato su soluzioni POC risulta significativamente inferiore rispetto al paradigma tradizionale, come dimostrano sia le analisi economiche indipendenti sia l’esperienza diretta di numerosi laboratori early‑adopters.

Naturalmente, l’adozione di questo modello richiede un cambio di mentalità gestionale e organizzativa: occorre integrare i nuovi sistemi nel flusso di lavoro, formare il personale a sfruttarli appieno (per fortuna la curva di apprendimento è ripida, dato che i device POC odierni non richiedono “training” esaustivi né competenze tecniche avanzate [5]) e instaurare partnership solide con i fornitori. Ma i benefici superano ampiamente le sfide iniziali.

Ridurre il TCO in diagnostica molecolare libera risorse finanziarie che possono essere reinvestite in altre aree critiche (assunzione di personale, ampliamento test menu, ricerca e sviluppo), migliorando al contempo gli esiti clinici grazie a diagnosi più tempestive. In ultima analisi, la PCR distribuita conferisce un vantaggio competitivo economico chiaro e misurabile ai laboratori che la adottano: costi per test finalmente sotto controllo, maggiore resilienza operativa e la capacità di adattarsi rapidamente alle esigenze – dal picco di una pandemia alla gestione efficiente della routine quotidiana. In un’epoca in cui sostenibilità e risultati devono procedere di pari passo, la strada della diagnostica decentralizzata appare quella vincente per coniugare innovazione e ROI nel mondo dei servizi di laboratorio.


Fonti e Bibliografia

  1. Sutcliffe C.G., van Dijk J.H., Moyo S., Bolton C.M., Cotham M., et al. (2014). Turnaround time for early infant HIV diagnosis in rural Zambia: a chart review. PLoS ONE, 9(1): e87028. DOI: 10.1371/journal.pone.0087028
  2. Vojnov L., Markby J., Boeke C., Harris L., Ford N., Peter T. (2017). Impact of SMS/GPRS printers in reducing time to early infant HIV diagnosis results: systematic review and meta-analysis. Journal of Acquired Immune Deficiency Syndromes (JAIDS), 76(5): 522–526. DOI: 10.1097/QAI.0000000000001526
  3. Diel R., Nienhaus A. (2019). Rapid Point-of-Care Influenza Testing for Patients in German Emergency Rooms – A Cost-Benefit Analysis. Journal of Health Economics and Outcomes Research, 6(3): 203–212. DOI: 10.36469/001c.11206
  4. Rahamat-Langendoen J., Buter H., Jurimae K., et al. (2019). Impact of molecular point-of-care testing on clinical management and in-hospital costs of patients suspected of influenza or RSV infection: a modeling study. Journal of Medical Virology, 91(8): 1408–1414. DOI: 10.1002/jmv.25479
  5. Fragkou P.C., Mermiri M., Varounis C., et al. (2022/2023). Performance of point‑of‑care molecular and antigen‑based tests for SARS‑CoV‑2: a living systematic review and meta‑analysis. Clinical Microbiology and Infection, 29(3): 291–301. DOI: 10.1016/j.cmi.2022.10.028
  6. MarketsandMarkets (2024). Point‑of‑Care Molecular Diagnostics Market – Size & Share (Forecast to 2028). Disponibile su: marketsandmarkets.com